lunedì 15 agosto 2011

...L'equilibrio del cuore...Una riflessione. Parte seconda...

A ed E. Due vocali. Se volessimo usare una definizione enigmistica per queste due lettere potremmo dire che sono i limiti dell'amore. Tra A ed E è racchiuso il senso di questa parola, il significato universale e personale di questo sentimento. Ma che cos'è l'amore?
Questa è la domanda più classica del mondo. E' quella che in millenni di storia si sono posti poeti, filosofi, scrittori, e, almeno una volta ciascuno di noi.
Ovviamente non sono qui per trovare una risposta a questa domanda, perchè non potrei andare più lontano di un qualcosa che abbia valore per me. E, a pensarci bene, sono convinto che nemmeno esista una risposta univoca.
Di recente ho visto un film di cui una frase mi ha colpito particolarmente. Diceva più o meno così..."a volte perdere il nostro equilibrio per amore è parte stessa del vivere una vita equilibrata". Ecco, questa mi sembrerebbe una buona definizione dell'amore.
L'amore come parte del nostro equilibrio. O meglio, l'amore che è, da un lato, forza imprevedibile e travolgente in grado di modificare la nostra vita, le nostre abitudini, le nostre certezze, e più in generale tutto quel piccolo mondo che ci siamo creati nel tempo e che ci convinciamo di essere in grado di controllare, e dall'altro, punto di partenza e parte integrante di un nuovo equilibrio che si andrà a creare.
Di sicuro sapete quanto spesso capiti che dopo una delusione, o peggio, dopo una serie di delusioni, si tenda ad essere sempre meno aperti verso chi viene dopo...Tendiamo a ragionare di più, a fare più domande, prima di tutto a noi stessi, tendiamo a procedere con cautela dettando noi quelli che devono essere i tempi della conoscenza...in altre parole ci proteggiamo.
Questo perchè la ferita provocata da una delusione è la più difficile a rimarginarsi, anche se i tempi di "guarigione" dipendono sempre da tantissimi fattori personali. Quella delusione, quella ferita, ha rotto un equilibrio. Ha distrutto qualcosa sotto la quale ci sentivamo protetti, e che pensavamo niente avrebbe potuto scalfire. Ci ha colti impreparati, soprattutto perchè è venuta proprio dalla persona con cui lo avevamo costruito...quell'equilibrio, quella a cui avevamo affidato il nostro cuore e insieme ad esso l'immagine che avevamo del nostro futuro. Quella persona dalla quale poi ci siamo sentiti traditi.
Ma fermiamoci un istante a ragionare.
Quella persona, a ben vedere, non ha fatto nulla. Ha preso semplicemente atto che la sua vita poteva continuare tranquillamente senza di noi. Metaforicamente potremmo dire che ha solo scelto di abbandonare quel sentiero che si stava percorrendo insieme, per riprendere quello che percorreva prima di noi...magari da solo, magari con un altro/a compagno/a di viaggio. E non c'è nulla di male o di sbagliato in questo. Anzi, spesso richiede anche molto coraggio fare una scelta del genere.
Che i sentimenti possano cambiare nel tempo, trasformarsi o anche cessare, è una eventualità insita nella natura dei sentimenti stessi. Ed una possibilità che all'inizio di un rapporto prendiamo sempre in considerazione. Salvo poi dimenticarcene vivendolo quel rapposrto.
Ma se questo è quello che il nostro cervello "vede" dal di fuori, diverso è quello che percepisce il nostro cuore.
L'abbandono.
Il vuoto.
La fine di un progetto, di un sogno.
Dal condividere si torna al tenere per sè.
E si passa alla ricerca spasmodica di una spiegazione per quello che è accaduto.
Quello che più spesso si tende a fare è o accollarsi tutte le colpe di ciò che non ha funzionato, o peggio ancora, le si riversa sull'altro/a. In entrambi i casi stiamo solo inziando a proteggerci. Il nostro cuore ha cominciato la sua ricerca di un appiglio per non affogare nel mare della solitudine nel quale si ritrova improvvisamente a galleggiare.
E' l'inizio di un nuovo equilibrio. Precario. Ma sempre un equilibrio.
In attesa che un nuovo amore lo spezzi di nuovo.
Qual è, se c'è, allora, la morale in questa riflessione?
Potremmo dire che è la consapevolezza della fragilità umana. Quella fragilità che ci impedisce di vedere chiaramente la vita. Quella fragilità che ci tiene ancorati al passato impedendoci di guardare avanti. Quella capace di fermare il nostro cuore davanti a una domanda della quale conosceremo mille e nessuna risposta. Perchè? Perchè è successo? Perchè a me?
Una domanda che rende invisibile ai nostri occhi l'evidenza più semplice...che la nostra vita dovrebbe appartenere unicamente a noi stessi, e non dovremmo lasciare a nessuno l'immenso potere di condizionare il nostro animo.
Questo non vuol dire rinunciare a vivere l'amore fino in fondo, non vuol dire rinunciare a lasciarsi andare; vuol dire piuttosto farlo con la consapevolezza che non saremo mai in grado di controllare ogni aspetto della vita, che quello che si immagina infinito potrebbe non essere per sempre, perchè esiste nella vita stessa una componente imprevedibile che a noi non resta che accettare come tale.
Il destino.
Il caso, se preferite.
Quel filo invisibile che ci tiene legati al passato e ci spinge verso il futuro. Quel percorso nascosto dell'anima che ci conduce ogni giorno...ogni istante...ad un bivio...e ad una scelta.
Ecco, a noi dunque, al nostro libero arbitrio, è data solo la scelta sulla direzione da intraprendere, con tutte le conseguenze che ne deriveranno poi. Perchè non esiste una scelta senza conseguenze. Ma il trovarci ad affrontare quelle scelte, piccole o grandi che sembrino, non dipende da noi...
E se riusciamo ad essere consapevoli di questo, allora saremo anche pronti ad amare pienamente e, difronte alla fine di un rapporto, per quanto addolorati, saremo anche liberi, nella certezza che quello che costruiremo dopo avrà basi più forti e solide del precedente...
Ed eccomi alla fine del post...ma solo all'inizio del mio viaggio, alla ricerca di un equilibrio fra il mondo di fuori e quello che ho dentro...e per te che mi leggi...questo è il mio cuore...

2 commenti:

  1. Caro Fabio, l'amore e' un argomento tanto difficile quanto e vero che l'amore esiste..Io non ci ho capito molto, sull'amore sono stati scritti versi bellissimi e strazianti,ma sicuramente nell'amore non c'e nulla di equilibrato. Ciao a presto

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  2. Ciao Silvia...hai perfettamente ragione quando dici che è un argomento difficile..nemmeno io ci ho capito molto..e dubito che esista qualcuno che ci abbia effettivamente capito qualcosa..:) Quando parlo di equilibrio però...non mi riferisco tanto all'amore in se stesso..anzi, l'amore è quello che spezza un equilibrio. Ma è spezzandolo che ne crea subito uno nuovo. Si potrebbe dire quindi che la sua azione di rottura fa parte quindi di un processo più grande..è parte stessa dell'equilibrio della vita. Anche se mi rendo conto che è difficile spiegarlo chiaramente..:)
    Ciao Silvia...a presto..

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